ELEVAZIONE E PROFONDITA’ NEL CULTO DI APOLLO
Relatori:
“Apollo in chiaroscuro” Dott. Alessandro Gabetta psicologo junghiano, Imaginalis – dialoghi tra psicologia immaginale, scienze, arti e culture Nessuna divinità olimpica rappresenta gli ideali di armonia e perfezione formale come Apollo, dio della musica, della poesia e della medicina. Per Winckelmann l’idea stessa di classicità greca si esalta nell’apollineo per la sua tensione verso il sublime, la purezza e l’elevazione che separa il divino dall’umano. Ma Apollo è anche la divinità terrifica e vendicativa che emerge dalla putrescenza e semina pestilenze, per cui il dio della bellezza e della luminosità sembra abbinarsi ad una serie di oscuri paradossi, avvalorando l’adagio di Goethe: “dove c’è molta luce, l’ombra è più nera”.
“L’arco e la lira: lo sciamanesimo iperboreo e l’estasi apollinea” Dott. Marco Maculotti, direttore e redattore AXIS mundi Dallo sciamanesimo iperboreo praticato dagli iatromanti e ricostruito da Culianu fino all’analisi filosofica ad opera di Giorgio Colli, Apollo appare al tempo stesso in tutta la sua duplicità e armonia, mysterium tremendum ed enigma irrisolvibile, portatore di estasi per mezzo della lira e di morte per mezzo dell’arco.